Solidarietà e Comunità: insieme per la pace ad Haiti
Nonostante le difficoltà, i missionari lavorano per una società migliore e per sostenere i più vulnerabili: Aksyon Gasmy e Comunità Papa Giovanni XXIII aprono il Foyer Papa Nou a Port-Au-Prince
Mawouji - 6 maggio 2024
Pace: è il sogno di noi tutti che viviamo in un paese in guerra
Pace che non è solo assenza di guerra, ma una vita all’altezza di un essere umano, senza paura, senza diffidenza feroce reciproca, a testa alta, con lo sguardo aperto verso il futuro e le mani pronte a sostenere i fratelli.
Tutto ciò che viviamo come missionari, come donne e uomini discepoli di Gesù Cristo, Principe della Pace, come credenti in Lui, Crocifisso Risorto che sceglie di salutare tutte le generazioni a venire con le prime sue parole: “Pace a voi”, prende forma dal desiderio profondo del cuore di costruire Pace.
Il paese dove vivo, Haiti, uno dei fronti caldi della “terza guerra mondiale a pezzi”, come l’ha svelata agli occhi del mondo il nostro amato papa Francesco, soffre, è in agonia, lasciato in balia del male, impersonato da questi satanici signori della guerra, del traffico di droga, di armi, del riciclaggio del denaro sporco di tutte le americhe, che usano questo paese e questo povero popolo di martiri per i loro biechi interessi.
La difficile quotidianità in capitale e nelle periferie
La quotidianità di chi vive in Port-au-Prince, la nostra capitale, continua a essere marcata dalla paura, dalla prudenza, di chi deve uscire di casa ogni giorno per andare a scuola o al lavoro o al mercato ogni giorno, sapendo che può anche non ritornare. È la nostra anormale “normalità”. Non sapere se torniamo a casa, ma uscire comunque, rimuovendo la paura, per andare a lavoro, a scuola, a fare la spesa per far da mangiare. Non riuscire a vedere un futuro, ma aggrapparsi caparbiamente alla vita presente, all’oggi e qui. Non esiste un popolo più amante della vita, più attaccato alla vita del popolo haitiano.
Nella provincia del paese, dove ad esempio vivo, altri problemi quotidiani: il cibo che permetta di sopravvivere, i campi da lavorare con la sola forza delle braccia, i figli da sfamare, l’impossibilità di trovare ciò che ormai sembrerebbe normale avere a disposizione per vivere, ma che qui non c’è.
Vita e Morte. Grande duello, tutto il resto, tutto ciò che sta in mezzo, non ha importanza.
La presenza della Chiesa
In tutto ciò noi missionari, noi Chiesa, noi Cristiani, siamo presenti, siamo al fianco, in tutti i modi, con i più vulnerabili, con la gente comune, con tutti coloro che soffrono, con chi deve prendere decisioni, con chi ha responsabilità, con tutti.
Come noi di Aksyon Gasmy siamo al fianco e sempre disponibili per chi ha più bisogno e non ha nessun altro a cui rivolgersi, al servizio dei bimbi disabili e delle loro famiglie, dei malati, di chi ha fame, dei giovani che non vedono futuro, degli anziani che vedono le forze abbandonarli troppo velocemente, dei genitori che non sanno cosa dare da mangiare ai propri figli, così tanti altri missionari che si prodigano sul terreno.
Ma questo è anche il momento dell’unità e della solidarietà fra noi, del riconoscere che siamo un’unica Chiesa, che è nell’Unità che testimoniamo la nostra fede, che siamo un unico corpo.
Aksyon Gasmy e Comunità Papa Giovanni XXII insieme a Port-au-Prince
Il 9 aprile siamo riusciti a coronare un sogno di unità e solidarietà. Aksyon Gasmy e la Comunità Papa Giovanni XXIII hanno concretizzato un accordo per collaborare a Port-au-Prince per riuscire a continuare insieme a fare il bene in una delle zone più pericolose della capitale. La casa di accoglienza Foyer Papa Nou (Padre Nostro) di proprietà della Comunità Giovanni XXIII è adesso utilizzata da Aksyon Gasmy, che si prodiga attraverso suoi responsabili per continuare la presenza di bene, per continuare le attività a favore di chi ha più bisogno.
Haiti ha bisogno della Chiesa. In tutto questo male, in tutta questa sofferenza, ogni volto di Chiesa, ogni sua presenza, è indispensabile.
Noi ci siamo. Eccoci.