Artigiani di Pace, costruttori di Speranza
Tra crisi e speranza, la missione di Aksyon Gasmy è far crescere le opportunità di studio e di lavoro per i ragazzi di Haiti, simbolo di resilienza e rinascita
Da dove incominciare? Da ciò che è meno “evidente” ma che rappresenta la chiave per decodificare tutta la nostra esistenza: siamo missionari ad Haiti, e siamo qui per tenere viva la Speranza in uno dei paesi più pericolosi in cui vivere e più difficili da comprendere.
La realtà di Haiti
La realtà rurale dell’estremo nord-ovest del paese, accessibile solo con mezzi fuoristrada, senza elettricità (se non tramite generatori o qualche pannello fotovoltaico), dove la maggior parte della popolazione utilizza solo acqua piovana raccolta in cisterne o acqua delle sorgenti raggiungibili con qualche mezz’ora di cammino, è distante anni luce da quella della nostra Europa.
È così anche per la realtà della capitale, Port-au-Prince, nelle mani delle gang, terrorizzata dai circa 12.000 banditi che ne fanno parte e che hanno il controllo di buona parte della città e di tutte le sue principali strade di accesso, nonostante la presenza dei circa 9.000 poliziotti haitiani, del migliaio di soldati delle nuove forze armate appena ricostituite, dei 400 poliziotti keniani, 24 giamaicani e 2 del Belize già arrivati.
L’insicurezza e gli scontri hanno generato almeno 600.000 profughi interni e non si contano assassinii, rapine, violenze sessuali su donne e bambine, violenze fisiche di ogni tipo, rapimenti. La popolazione esasperata non si sente protetta e, cercando una giustizia che non riesce quasi mai a ottenere dalle istituzioni, si abbandona troppo spesso ad esecuzioni sommarie e brutali – “bwa kale” – contro i presunti banditi e, spesso, contro i delinquenti comuni. Di questi giorni la notizia di un ragazzo di quindici anni picchiato e sepolto vivo in provincia per aver rubato dei maiali.
La morte sopraggiunge anche per esasperazione e mancanza assoluta di rispetto delle comuni regole di prudenza: pochi giorni fa la morte di 27 persone per l’esplosione di un camion cisterna che ha fatto anche un’ottantina di feriti e ustionati, fra una folla di gente che cercava di arrivare a prendere la benzina che ne fuoriusciva dopo un incidente.
La verità nascosta: le informazioni non arrivano
Ma le notizie riportate dai quotidiani sono lontane dal rivelare la verità su ciò che accade nel paese. Purtroppo è sui social network che la gente cerca di informarsi, ma spesso questa soluzione è peggiore del non sapere…
Qualche notizia in più si può trovare sui report relativi ad Haiti delle grandi organizzazioni internazionali, Nazioni Unite, Unicef, e quelle che si occupano di documentare le violazioni di diritti dell’Uomo. Di qualche giorno fa la notizia che il presidente degli Stati Uniti ha incluso Haiti nella lista dei paesi identificati come principali luoghi di transito o di produzione di droghe e sostanze illecite destinate agli Stati Uniti (noi lo sapevamo già…), senza citare il riciclaggio di denaro sporco internazionale, il traffico di armi, già abbondantemente denunciati dagli uffici competenti delle Nazioni Unite.
Attività al servizio della comunità
In questa situazione i mesi di luglio ed agosto sono volati via, le attività di Aksyon Gasmy (AKG) non ci hanno lasciato tempo per respirare. In particolare a luglio le attività ordinarie (fisioterapia, scuola speciale, artigianato, valutazione dei bambini, incontri con i genitori…) hanno richiesto tutta la nostra attenzione per la loro conclusione ed inoltre le ultime due settimane sono state prese dall’ottima riuscita della consegna dei diplomi del corso di informatica organizzato da AKG per il secondo anno consecutivo.
Nuovi corsi, nuove speranze
Agosto è stato ancor più impegnativo per la novità della messa in atto di tre corsi professionali in nuovi settori proposti ai giovani della zona, tenuti da giovani professori della capitale. Si tratta di ragazzi di grande valore, uomini e donne, competenti e desiderosi di condividere ciò che hanno appreso in precedenza con altri giovani altrettanto desiderosi di imparare e di farsi strada nella vita, nonostante tutto. Attraverso di loro abbiamo proposto ai nostri ragazzi dei modelli positivi, speranza in un futuro migliore, prova del valore e della resilienza di questo straordinario popolo.
Riparazione di telefoni cellulari, installazione di pannelli fotovoltaici, decorazione di sale per avvenimenti, maquillage, sartoria per uomo e donna… nuove professioni per nuovi talenti. Nuove prospettive e visioni che ci spingono a desiderare di intraprendere altri corsi professionali in spazi adatti e dedicati nei prossimi anni.
Il centro di tutto sono i nostri bimbi disabili e le loro famiglie, sono loro la nostra forza, la nostra bussola. Loro e questi giovani e questi genitori che fanno ogni sacrificio per i loro figli sono il vero cuore che batte del popolo haitiano.
In questi uomini e donne che vivono all’altezza della dignità dell’essere umano, sollevando alta la testa e lo sguardo nonostante tutto, in noi che abbiamo la grazia ed il difficile privilegio di condividere la vita con questo popolo meraviglioso, senza fuggire, semplicemente presenti ed al fianco uno dell’altro, vedo costruttori di Speranza.
Insieme costruiamo Speranza.
Insieme stiamo tessendo arazzi di Pace.
Insieme siamo Chiesa in Missione.
Per approfondire
Lucia Capuzzi ha realizzato su Haiti un reportage completo che si può leggere nelle pagine di Avvenire.